EmilPav S.r.l. chiarisce che, la “potenza” del calcestruzzo è la sua “resistenza caratteristica a compressione” è prevista da una corretta progettazione. Pertanto, un calcestruzzo depotenziato è un conglomerato cementizio con una resistenza caratteristica a compressione inferiore rispetto a quella necessaria per l’opera da realizzare.

Il “depotenziamento” del conglomerato cementizio può presentarsi per tre ordini di motivazioni:

  • la prima legata ad una scelta del materiale con una “potenza” inferiore a quella richiesta, ma che garantisce i livelli di sicurezza strutturale e di durabilità. Questo depotenziamento avviene, quindi, già sulle scrivanie del progettista dell’opera allorquando la scelta del materiale avviene trascurando alcuni aspetti fondamentali dei quali la durabilità – legata alle classi di esposizione ambientale – è la più ricorrente.

·        la seconda motivazione si presenta allorquando il calcestruzzo prescritto possiede la giusta “potenza” (la corretta resistenza caratteristica a compressione), ma sul cantiere viene fornito un conglomerato depotenziato (di resistenza caratteristica effettiva inferiore a quella prescritta). Per stabilire se il calcestruzzo è potente o depotenziato occorre effettuare i controlli di accettazione sui cubetti confezionatia bocca di betoniera” in accordo alle procedure previste dalle NTC. Perché possano verificarsi casi di forniture di calcestruzzi depotenziati, escludendo i casi di frode, le ragioni sono molteplici, ma tutte legate ad uno scadente controllo della produzione del conglomerato con particolare riferimento alla correzione della ricetta in base all’umidità degli aggregati. Questa correzione può avvenire portando ad una riduzione dello scarto quadratico medio dei valori di resistenza e, quindi, a calcestruzzi più affidabili poco esposti al rischio di depotenziamento soltanto se oltre alle sonde per la misura dell’umidità vi è anche il controllo dell’acqua nel mescolatore prima dello scarico nella autobetoniera. Da questo punto di vista è fondamentale affidarsi a produttori con una elevata automazione del processo produttivo, con il controllo dell’umidità degli aggregati ad ogni carico, con il controllo dell’acqua nel mescolatore, per ridurre al minimo i rischi di fornitura di calcestruzzo depotenziato.

·        la terza motivazione di depotenziamento è legata alla posa in opera compattazione e maturazione dei getti. Anche nel calcestruzzo della giusta “potenza” se non messo in opera correttamente, ben vibrato e maturato a umido per almeno 3-7 giorni può risultare depotenziato. È ovvio che, escludendo l’imperizia dell’impresa, il depotenziamento della resistenza in opera può essere determinata da un calcestruzzo che pur essendo “potente per resistenza meccanica a compressione” non lo è per quanto attiene alla lavorabilità e alla resistenza alla segregazione.

 

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